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REGIME MINIMI (IMPOSTA AL 5%) PROROGATO!

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thesevendwarfsdisney270983_1288_567Legge di Stabilità 2015 aveva abrogato il regime dei minimi, sostituendolo con un regime fiscale forfetario  meno favorevole. Da qui la corsa ad aprire la partita iva entro la fine del 2014 per “acchiappare” questo regime (che prevede tra l’altro una vantaggiosa imposta sostitutiva dell’irpef al 5%) prima che venisse cancellato.

Fatica sprecata: il vecchio regime è stato prorogato fino al 31/12/2015.

Il regimedei minimi, dunque, risulta applicabile:

non solo dei soggetti già lo utilizzavano nel 2014

ma anche dai soggetti che avviano una nuova attività nel 2015 purché ne rispettino i requisiti previsti:

http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/content/Nsilib/Nsi/Home/CosaDeviFare/Richiedere/Regimi+agevolati/Regime+di+vantaggio/SchedaInfo+Imprenditoria+giovanile/Requisiti+Imprenditoria+giovanile/

 

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FATTURA ALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: SEI PRONTO?

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fatturapaOrmai siamo in dirittura d’arrivo: dal 31 marzo, ogni pubblica amministrazione (ministeri, scuole, agenzie statali, ecc. ecc.) accetterà solo fatture in formato elettronico. Sei pronto per questa novità?

Per i fornitori delle Pubbliche Amministrazioni il processo di fatturazione elettronica può essere cosi sintetizzato:

  1. predisposizione della fattura in formato XML secondo lo standard pubblicato sul sito FatturaPA;
  2. firma della fattura con firma elettronica qualificata o digitale da parte del fornitore o di un terzo soggetto delegato;
  3. invio della fattura al Sistema di interscambio (SDI), mediante uno dei canali previsti dalle Specifiche tecniche dello SDI (PEC, FTP, cooperazione applicativa), che provvede alla consegna della fattura all’ufficio destinatario della PA;
  4. ricezione delle notifiche e dei riscontri inviati dallo SDI a fronte dell’esito della trasmissione della fattura;
  5. conservazione tramite archiviazione sostitutiva per 10 anni secondo regole tecniche previste dalla normativa vigente.

 

Il Cento Contabile è in grado di fornire il servizio di supporto necessario per fare fronte questa necessità: potrete inviarci la vostre fatture destinate alla Pubblica Amministrazione, provvederemo noi alla creazione del file XML, all’apposizione della firma digitale, alla spedizione alla SDI e alla PA, alla gestione delle ricevute e alla archiviazione sostitutiva per 10 anni.

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INPS GESTIONE SEPARATA: AUMENTANO LE ALIQUOTE

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inpsLa Legge Fornero, nel 2012, aveva previsto un aumento progressivo delle aliquote Inps, degli iscritti alla gestione separata.

In applicazione di queste disposizione dal 2015 le nuove aliquote Inps saranno:

a) per i lavoratori autonomi privi di altra cassa previdenziale: l’aliquota sale al 30,72%

b) per i pensionati o iscritti ad altra forma previdenziale: l’aliquota sale al 23,5%

 

Mi permetto di fare un piccolo commento sulla situazione che si è creata negli ultimi anni intorno a questa importante e numerosa categoria di lavoratori. Premetto che stiamo parlando di persone che non hanno ferie retribuite, malattie, indennità di maternità o se ce l’hanno sono di bassissima intensità. Per non parlare di cassa integrazione, sussidi, diritto allo sciopero ecc. ecc. Stiamo parlando semplicemente di gente che si sveglia presto alla mattina, spesso fa lavori molto qualificati che richiedono grande competenza ed esperienza, spesso sono in possesso di laurea o titolo di studio. Sotto ogni punto di vista non sono diversi dagli altri imprenditori. Come mai allora, le aliquote sono così diverse rispetto ad artigiani e ai commercianti?

Inps gestione separata: 30,72%

Inps per gli artigiani: 22,65%

Inps per i commercianti: 22,74%

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SPLIT PAYMENT OVVERO COME L’ERARIO FA CASSA SENZA AUMENTARE LE TASSE

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splitpaymentL’ultima Legge di Stabilità ha introdotto un nuovo particolare meccanismo di assolvimento dell’Iva quando viene emessa una fattura nei confronti di un Ente Pubblico: lo split payment o, in italiano, scissione del pagamento. Fino all’anno scorso, l’impresa che emetteva una fattura nei confronti di un Ente, ad esempio l’artigiano che riparava la porta del Comune o il commerciante che vendeva un computer alla biblioteca, emetteva una fattura di 1000 + iva 220 e incassava, quindi, 1.220 euro. Dal 2015 l’Ente Pubblico pagherà, al nostro imprenditore, solo 1.000 euro. Il ragionamento è: perché pagare all’impresa anche l’iva se tanto quest’ultima dovrà riversarla all’Erario con la liquidazione successiva? L’Ente Pubblico, infatti, verserà i 220 euro dell’esempio direttamente all’Erario. Bella idea no? No! La conseguenza sarà che molti di coloro che lavorano con la pubblica amministrazione si troveranno fisiologicamente a credito di iva: la pagano sui loro acquisti ma non la riscuotono con le vendite e saranno costretti a richiederla a rimborso, con gli oneri e le lungaggini del caso. A noi pare un’idea valida solo per mantenere la liquidità in capo alla Pubblica Amministrazione a scapito dei suoi fornitori.

 

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RIVALUTAZIONE DELLE PARTECIPAZIONI: INTERESSANTE OPPORTUNITA’ DI RISPARMIO

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rivalutazioniL’ultima legge di stabilità ha riaperto i termini per rivalutare le quote di partecipazione, raddoppiando però l’aliquota dell’imposta sostitutiva, pari al 4% su partecipazioni non qualificate e 8% su partecipazioni qualificate. Senza entrare nel dettaglio, si tratta di un’operazione per la quale vi rimandiamo al vostro Commercialista, ci limitiamo qui a fare un esempio del vantaggio fiscale che si può raggiungere con questa procedura.

Immaginiamo che il signor Rossi abbia acquistato alcuni anni fa una partecipazione in una Srl per 20.000 euro. Ora il signor Rossi ha intenzione di cedere la sua partecipazione, magari non subito ma, comunque, in un prossimo futuro. La partecipazione però vale molto di più di quando l’aveva acquistata: ora vale 70.000 euro.

Al momento della cessione il signor Rossi dovrà pagare un’imposta del 26% sulla plusvalenza realizzata, cioè:

 € 70.000: valore di vendita

-€ 20.000: costo di acquisto originario della partecipazione

= € 50.000: plusvalenza

50.000 x 26% = 13.000 di imposta da pagare.

Praticando la rivalutazione delle quote, si va a pagare, invvece, solo il 4% del valore della quota (non sulla plusvalenza):

70.000 x 4% = 2.800 di imposta sostitutiva, realizzando un notevole risparmio fiscale.

 

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